
IlVocifero
Qualcosa di nuovo nel panorama musicale italiano
Un album originale e diverso dal solito ma ricco di sfaccettature: AMorte, l’album di debutto del progetto Il Vocifero. Spiazzante, pieno di spunti e fuori dagli schemi.
Il Vocifero è un progetto nato da un’idea di Walter Somà, già co-autore dei due dischi solisti di Edda «Semper Biot», Niegazowana 2009 e «Odio i Vivi», Niegazowana 2012 vincitore del premio PIMI 2012 come miglior album solista e finalista al Tenco.
Walter incontra Aldo Romano, artista vagabondo, torinese come lui: i due musicisti si intendono subito e Carlo coinvolge nel progetto del Vocifero anche l’amico Fabio Capalbo, di professione regista (diversi i suoi videoclip all’attivo, tra cui Capossela, Verdena, Pacifico, Edda, Toni Bruna, Lorre ecc), si occupa anche di musica. Fabio è il batterista di Il Vocifero.
I tre musicisti decidono di entrare in studio e dalla loro collaborazione è nato AMorte, il primo album di Il Vocifero, pubblicato per Niegazowana Records, 12 canzoni teatrali ed istrioniche. Insieme a loro, in AMorte troviamo anche altri amici musicisti, che durante le registrazioni si sono innamorati di questo lavoro genuino e hanno accettato di partecipare anche loro. Sto parlando di Gionata Mirai de Il Teatro degli Orrori, che ha registrato la chitarra in alcuni dei brani, di Edda e di Dorina che si sono prestati in duetti, cori e vocalizzi in alcuni brani e del maestro Carlo Sandrini, che ha arrangiato le parti di quartetto d‘archi e fiati.
AMorte è un album ricco di sfumature. Nelle sue dodici canzoni troviamo il folk, il rock, il blues, la psichedelia, ci sono gli archi, i fiati, le incursioni elettroniche, i toni colloquiali del cantautorato mischiati all’attitudine e al furore del punk. Ma tutto questo poteva rischiare di essere un enorme guazzabuglio, ma il valore aggiunto di Walter Somà e dei suoi compagni d’avventura è aver evitato proprio questo. L’album si apre con l’elegante e disturbante Escogitare un dramma fantastico, in cui la sua voce ti trascina in un racconto diverso sull’amore. La sua voce calda e profonda ti conquista fin dalle prime note. Lucyd, è co-firmato con Dorina che presta la sua voce in un duetto sognante e suggestivo, creando una canzone dal sapore jazz molto elegante in cui si affronta il tema dell’amore e della morte, una delle più belle dell’album. Seguono la sofisticata Blu e Amo, Il gusto della morte, dai toni sussurrati, Alito, arricchita da un pianoforte che esalta il racconto della canone. Le chitarre prendono il sopravvento in Scagliati: qui troviamo quel furore di cui vi parlavo prima, contrapposto da un piano che non ti aspetti, il tutto ben amalgamato. L’apice raggiunto da Scagliati continua con Persona Plurale, piena di luci ed ombre e Ultime parole. Bellissimo il folk disturbato e disturbante di Nastro Solare, il cui testo è da ascoltare con attenzione: vi darà nuove sensazioni inaspettate. Chiudono l’album Non nel tempo, nè nel modo, duetto swing in stile Fred Buscaglione, con la sua stessa ironia, ma con tocco di modernità e di attitudine nichilista ,che parla di vita e amore. Sarebbe bastata questa splendida canzone per chiudere un album fantastico ma Il Vocifero ci regala un’ultima piccola perla, Il mio passo è un sogno.
AMorte non si può incasellare in solo genere. Sta qui la sua bellezza. I simbolismi di cui sono ricchi i testi, la voce profonda di Walter, gli arrangiamenti complessi ma all’apparenza semplici, fanno di questo progetto un grande album. Per chi cerca musica profonda e fuori dagli schemi, in tutti i sensi. (www.fascinorock.com)