
Musicofilia
Io sono un visivo, mi occupo di cinema e fotografia. Come sono finito in questo consesso di evolutissimi audiofili?
In realtà, ero un ingegnere. In quella che potrei chiamare la mia vita precedente. Cinico, malato di razionalismo. Poi nel 2009, da un momento all'altro, ho dovuto fare i conti con qualcosa che non avevo assolutamente preventivato. Un meningioma. Grosso come una pallina da golf, nella scatola cranica. Non ho avuto molto tempo per capire se fino a qual momento avevo fatto nella mia vita quello che mi piaceva. Due settimane. Ho giurato a me stesso che, se ne fossi uscito senza danni, avrei smesso di fare il coglione. Sono entrato in sala operatoria con una sensazione imprevedibile di leggerezza. Sapevo che stavo per iniziare la mia nuova vita. E così è stato.
"L'uomo non può crescere nella vita senza sofferenza, perché è al tempo stesso il marmo e lo scultore."
Alexis Carrel
Mi sono messo a fare il regista. Ma è successa un'altra cosa straordinaria. Ho iniziato a scrivere musica. Di continuo, viene da sola. Come descritto da Oliver Sacks in "Musicofilia", questo è un dono che viene molto spesso fatto a chi, come me, ha superato un'esperienza del genere.
Ma soprattutto la ascolto, la musica. Riscopro la bellezza dei brani che suonavamo con Stefano da ragazzi, in spiaggia (e di altri che non riuscivamo a suonare perché erano tecnicamente inarrivabili). Giorni memorabili: chitarre, vin brulé e gioia di vivere.
Adesso, di nuovo, sono felice.